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Approcciandoci al tema cyberbullismo si deve necessariamente tenere conto, oltre che della sfera online, anche di quella sociale, relazionale ed affettiva, relativa al contesto scolastico e familiare in cui è inserito il minore. All’interno di questa cornice più ampia e più articolata è possibile dare il giusto peso al contesto sociale allargato in cui gli episodi iniziano, non esclusivamente a quanto accade online.

L’autore degli atti di bullismo o di cyberbullismo, ha come caratteristica distintiva, implicita già nella definizione, l’aggressività nei confronti dei coetanei, nello specifico minorenni. Ciò non toglie che il bullo spesso abbia atteggiamenti aggressivi anche con gli adulti, genitori o insegnanti. Il bullo ha un carattere impulsivo bisognoso di predominio sugli altri, è un individuo che tende prevalentemente a mettersi in mostra ed è incurante delle regole del viver comune. Egli non è in grado di instaurare un corretta interazione con i suoi coetanei ed è incapace di gestire le proprie emozioni, manifestando una forte immaturità affettiva, inoltre non sembra conoscere sentimenti come il senso di colpa o la vergogna.

E’ interessante notare che, le caratteristiche della vittima prescelta dal cyber bullo, spaziano intorno agli aspetti più vari: particolare aspetto fisico, tipologia di abbigliamento, colore della pelle o dei capelli, orientamento sessuale o religioso, per fare solo alcuni esempi. Le mire del bullo però possono essere anche indirizzate verso un coetaneo particolarmente attraente o eccellente in ambito scolastico o sportivo o in qualsiasi altra sfera esperienzale. E’ proprio la diversità dal resto del gruppo a giocare un ruolo importante nella psicologia di chi bullizza.

Far presa sul gruppo è il maggior interesse del cyber bullo che cerca popolarità al suo interno, agendo per divertimento e a volte anche per noia.

In realtà dietro la maschera del leader carismatico del gruppo, si nasconde spesso una profonda insicurezza e fragilità.

Il bullo spesso non sa dare una spiegazione al suo comportamento, la vittima presa di mira, potrebbe personificare quelle caratteristiche di fragilità e debolezza che il bullo non vuole riconoscersi. Egli tende ad umiliarla, facendo in modo che, anche il gruppo a cui appartiene, si accanisca contro un compagno considerato un povero “sfigato/a” e per questo motivo meritevole di essere perseguitato. Psicologicamente il cyberbullo riesce a dissociarsi dall’effetto che provocano le sue azioni veicolate dal mezzo tecnologico, si tratta di un disimpegno morale che vede nella deumanizzazione delle vittime un modo per dissociarsi dal dolore procurato. Ciò avviene perché non avendo di fronte la propria vittima, non vedendo con i propri occhi l’effetto che procura, non si rende conto della gravità del danno inflitto, in altre parole, non ha la percezione del dolore reale provato dalla sua vittima.

La vittima d’altronde si colpevolizza anche da sola, convincendosi che qualche propria caratteristica possa davvero giustificare le persecuzioni.

Gli atteggiamenti del bullo/cyberbullo e della vittima in qualche modo possono essere considerati complementari. La difficoltà di entrare in contatto con le proprie emozioni e riconoscere quelle degli altri, insieme all’incapacità di esprimere i sentimenti con le parole sono aspetti che la vittima e il bullo hanno in comune, insieme alla difficoltà di fondo di entrambi di mettersi in relazione con gli altri.

Lo studioso norvegese Dan Olweus, primo teorico del complesso fenomeno del bullismo, ha individuato anche la figura del bullo/vittima, un attore che è contemporaneamente vittima e carnefice. In genere i bulli/vittime sono coloro che vengono riconosciuti dai compagni come quelli che al tempo stesso fanno e ricevono prepotenze. Frequentemente provocano, sono facilmente eccitabili, si comportano in modo da creare tensione e irritazione nei compagni; sono descritti come bulli inefficaci, in quanto non riescono a mantenere il potere. Rispetto alle vittime, sono più attivi, hanno una maggiore fiducia in se stessi.

La vittima è un soggetto debole caratterialmente ansioso ed insicuro, ha una spiccata sensibilità ma una bassa autostima. La sua predisposizione è all’isolamento perché ritiene di non essere in grado di difendersi. Tendenzialmente la vittima nega l’esistenza del problema con chi lo circonda perché tende a colpevolizzarsi, questo è uno dei motivi per cui difficilmente parla del suo problema con qualcuno.

L’effetto sul minore vittima degli attacchi di cyberbullismo, possono provocare una chiusura nei confronti del mondo circostante, depressione ed abbandono delle normali attività: scuola, sport e vita sociale.

 

Simona Durante
Coordinatrice Osservatorio Multimedialità e Minori
FE.I.C.O.M.