Sappiamo che ogni anno la Città Eterna onora San Pietro e San Paolo con la festività del 29 giugno, a loro dedicata, ma come mai questi due personaggi vengono commemorati nella stessa data, e come mai solo a Roma?
Partiamo dal conoscere qualche pillola che ci consenta di comprendere la profonda diversità del loro percorso di avvicinamento alla figura di Gesù.
Uno degli apostoli rispondeva al nome di Simone quando secondo le narrazioni Gesù, a Cesarea di Filippo in Galilea, chiese loro di dire chi egli fosse. Fu Simone a rispondere «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù identificò in Simone un uomo toccato dal messaggio divino, e gli attribuì il nome di Pietro, che stava per pietra e rimandava al compito che gli stava affidando: fondare la prima Chiesa.
I racconti giunti a noi parlano poi di Saulo, che si stava recando a Damasco per prendere in custodia alcuni cristiani nell'ambito delle persecuzioni ai loro danni. La voce di Dio lo raggiunse: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Fu questo episodio a determinarne la conversione, e Saulo divenne noto con il nome di Paolo, probabilmente per assonanza con il nome originale, benché ci siano altre ipotesi in merito (per esempio quella che vorrebbe vedere in "Paolo", "piccolo", un riferimento alla sua bassa statura).
A Gerusalemme Paolo incontrò Pietro, cui si attribuisce l'aver costituito la prima comunità cristiana del luogo. Paolo, dal canto suo, divenne "l'Apostolo dei Gentili": il principale portavoce del Vangelo tra i pagani greci e romani.
La nostra capitale li vide nuovamente insieme, e li vide entrambi vittime delle persecuzioni da parte di Nerone.
Anche qui siamo di fronte a diverse versioni della storia. Se c'è chi attribuisce la scelta della data del 29 giugno proprio al giorno delle loro morti, è possibile invece che i due morirono in giorni ed anni diversi. Il 29 giugno sarebbe allora un richiamo all'antica festa del dio Quirino, con cui nel tempo fu identificato Romolo, fondatore di Roma.
L'ultimo saluto tra i due sarebbe avvenuto sulla via Ostiense, a poche centinaia di metri dalla Basilica di S. Paolo fuori le mura. Una lapide, situata tra gli attuali civici 106 e 108, è affissa in memoria di questo commiato.